lunedì 9 novembre 2015

La lana della pecora Brogna - un'intervista



Quando sento parlare di lane autoctone mi emoziono, e quando arriva il pacco, lo apro e tocco le matasse il mio cuore si riempie di gioia e di felicità. Un filato speciale, dei colori incredibili e una morbidezza personale. La mente inizia a visualizzare progetti e modelli. Sono curiosa di natura, allora ho voluto fare un'intervista a Cristina per scoprire qualcosa di più.

Grazie Cristina per aver accettato quest'intervista, la lana della pecora Brogna mi ha veramente emozionata. E' speciale. 
La lana della pecora Brogna, dell'area del Veronese, ha origini storiche radicate nel territorio. Avresti voglia di raccontarci qualcosa. 

Anzitutto grazie a te Emma dell'opportunità che mi offri di far conoscere la nostra Pecora Brogna della Lessinia. Dico nostra perché anch'io ho incominciato, da poco più di un anno, ad allevare questa pecora autoctona della zona prealpina alle spalle di Verona, appunto la Lessinia.
Hai ragione quando parli di radici storiche, l'allevamento della pecora Brogna già nel Medioevo iniziò ad avere  una grande importanza, fu il Vescovo di Verona Bartolomeo della Scala che nel 1287 favorì l'insediamento dei coloni bavaro-tirolesi (i Cimbri) che si dedicarono al disboscamento del territorio e allo sviluppo della pastorizia, e proprio  questa  fu la ricchezza degli Scaligeri e delle nobili famiglie veronesi.
La lana veronese in quell'epoca era famosa e rinomata in tutta Europa, con essa si realizzavano gli allora ricercati "panni alti veronesi"
Nella città di Verona ancor oggi possiamo visitare il quartiere dove venivano lavorate le lane, è la parte della città compresa tra Ponte della Vittoria, Corso Portoni Borsari e il fiume Adige dove troviamo Piazza Sgarzerie  e il capitello con l'agnello.
Quindi mi sento di dire che Verona racconta di lana, ma pochi lo sanno.

La lana e i suoi colori. Cosa ci puoi raccontare dei vari processi?

La mia scelta, oltre a quella di allevare, è stata quella di lavorare la lana, nel mio cammino ho incontrato maestre bravissime che mi hanno insegnato e continuano ad insegnarmi il feltro, la filatura manuale, ma soprattutto la tintura naturale che ho affiancato alla coltivazione delle tintorie.
Sto sperimentando la coltivazione di reseda, camomilla del tintore e coreopsis, sono tutte piante che tingono nelle varie sfumature di giallo, è straordinario coltivare, raccogliere mano a mano i fiori, metterli a seccare e finalmente usarli per tingere la lana. E' un processo lungo che insegna ad avere pazienza.
Altre tintorie che sto usando sono il mallo di noce, che raccolgo quando sono mature le noci, perché non voglio sprecarle raccogliendo il mallo verde, anche perché le vendo ai mercati contadini di ottobre a Breonio, Gorgusello e Molina.
Altre tintorie che sto sperimentando, vista la fortuna che ho ad abitare in montagna, dove posso raccoglierle facilmente,  sono il castagno e l'edera, i cui risultati, sulla lana di Brogna, li vedrò a breve.
Poi naturalmente per i rossi uso robbia e cocciniglia, soprattutto quest’ultima perché mi regala dei colori straordinari e mi diverto da impazzire a tirar su dai pentoloni le matasse rosse, rosa, color vinaccia.
E per i blu, finalmente ho incominciato ad usare l’indigo, con fruttosio e calce; con questa tintoria sono all’inizio ho grande rispetto del tino perché è una creatura viva che richiede molta attenzione.   

Se qualcuno fosse interessato, dove può trovare maggiori informazioni e chi può contattare?

A momento non sono ancora organizzata con sito, ci sto lavorando, comunque ho una mail e un profilo FB che sono: cristina@ceredo.it   www.facebook.com/cristina.ferrarini.10
E non preoccupatevi se nelle foto del profilo vedete degli alpaca e non delle pecore, perché io allevo anche alpaca solo che ora si parla di pecore Brogne e poi per vedere i miei primi filati di alpaca bisognerà aspettare marzo 2016.
Se invece volete informazioni sull’Associazione per la Promozione e tutela della pecora Bronga il sito è:

Hai voglia di raccontarci qualcosa di speciale sulla pecora Brogna e la sua lana...

Certo che ho voglia
La pecora Brogna è una razza particolarmente generosa visto che produce latte, carne e lana; il 75% circa degli animali è allevato con il metodo biologico, è un animale che vive prevalentemente al pascolo, anche per tutto l’anno se non ci sono inverni particolarmente rigidi, in questo modo gli animali crescono sani forti e i velli (cioè la lana) puliti così da facilitarne la lavorazione.
I filati che hai ricevuto sono il frutto della seconda esperienza di lavorazione, che abbiamo fatto come associazione, ma la prima che ho seguito direttamente insieme a Bruno Fiorio e al dott. Antonio Mauro di Prato un ricercatore tessile, che ci ha seguito passo a passo dal lavaggio alla filatura.
E’ stata un’esperienza che ci ha arricchito tantissimo, abbiamo avuto la possibilità di capire le varie fasi di lavorazione, di vedere direttamente macchinari in funzione, di valutare e decidere insieme al consulente quali potevano essere i filati da produrre. Insomma io ho imparato tantissimo da questa esperienza e sono veramente orgogliosa del risultato.
Adesso ci stiamo impegnando per far conoscere il più possibile questa razza, lo scorso 22 ottobre Bruno ha fatto una presentazione della razza Brogna al teatro Slow Food ad Expo, visto che stiamo intraprendendo la strada per il riconoscimento di Presidio. Ogni occasione per promuoverla è importante, perché è una razza da poco uscita dal rischio estinzione, perché è una razza autoctona e dunque di grane valore di biodiversità, è una razza che rappresenta un territorio, quello della Lessinia, straordinariamente bello e poi perché essere riusciti a convincere gli allevatori ad investire sulla lana, quando fino a pochi anni fa non ne volevano sentir parlare, significa che sta avvenendo un importante cambiamento cioè la lana da rifiuto speciale sta finalmente ritornando ad essere una risorsa speciale. 




2 commenti:

  1. bella intervista, molto particolareggiata vanti con la brogna

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  2. bella intervista e molto particolare,lana di pregio.
    Bruno Fiorio. viva la Brogna

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