La
meraviglia dei social: quando ritrovi un amico dei tempi dell'università e
scopri che ha appena pubblicato un libro con un titolo che ti colpisce, poi
segui un link e scopri un fantastico percorso professionale e di crescita
personale. E da qui nasce l'idea di questa intervista a una persona speciale,
Eric Minetto: maestro yoga, docente di scrittura creativa e storytelling
presso la Scuola Holden e fondatore di La Scuola di Crescita Creativa UPAYA,
oltre a essere autore di testi teatrali.
Eric, prima di
tutto grazie per aver accettato di rispondere alle mie curiose domande. Prima
di tutto ci sveli il titolo del tuo libro e del messaggio che volevi comunicare
scrivendolo?
Il titolo
del libro – Dall’altra parte della natura – yoga e poesia in Rilke
– prende spunto da una frase in cui, nel tentativo di descrivere lo stato di
profonda meditazione sperimentato un giorno durante una passeggiata in
giardino, il poeta Rainer Maria Rilke scrive: “Tuttavia, nella premura di dar sempre
conto delle impressioni più sottili, si chiese con insistenza cosa gli stesse
accadendo e trovò quasi subito un’espressione capace di soddisfarlo, dicendo a
se stesso: doveva trovarsi dall’altra parte della natura”. Ripercorrendo le
tappe dell’apprendistato poetico attraverso cui Rilke tentò di raggiungere una
percezione della natura il più neutrale e oggettiva possibile, mi sono reso
conto di quanti punti in comune ci fossero tra questo processo e alcuni
principi cardine dello yoga indiano, primo fra tutti quello espresso negli Yogasūtra di Patañjali in cui si
afferma: “Lo yoga è l’inibizione delle funzioni mentali”. Ovvero: esiste un
metodo in grado di inibire l’agitazione mentale che distorce la nostra visione
della realtà.
Posso farti
subito una domanda personale. Riconosci una parte di te stesso nel
percorso di Rilke? Cosa ti ha colpito di più durante le tue ricerche mentre
scrivevi questo saggio?
Certamente
riconosco alcune parti di me nel percorso di Rilke. Anni fa uno psicoterapeuta mi
regalò un bellissimo libro sul Buddha dal titolo “La fine della sofferenza”. In
quel libro, per la prima volta in vita mia, trovai descritta la catena di cause
ed effetti che porta l’uomo a vedere “il serpente al posto della corda”, ossia
a proiettare i propri fantasmi e le proprie paure sulla realtà falsificandola.
“Condizionate dall’ignoranza si producono le attività della volizione”, afferma
il Buddha, “…condizionata dalla volizione si produce la coscienza, condizionati
dalla coscienza si producono i fenomeni fisici e mentali. Condizionate dai
fenomeni fisici e mentali si producono le sei facoltà (i cinque sensi e la
mente). Condizionato dalle sei facoltà si produce il contatto. Condizionata dal
contatto (sensoriale e mentale) si produce la sensazione. Condizionato dalla
sensazione si produce il desiderio. Condizionato dal desiderio si produce
l’attaccamento. Condizionato dall’attaccamento si produce il processo del
divenire. Condizionata dal divenire si produce la nascita. Condizionate dalla
nascita, si producono la decadenza, la morte, la sofferenza e così via”. Incredibile,
pensai, diversi secoli prima di Cristo il Buddha aveva compreso con lucidità
implacabile la causa della sofferenza umana e aveva indicato agli uomini la via
per uscirne. E io non ne sapevo nulla! Devo assolutamente seguire questa via,
dissi a me stesso, e pochi mesi dopo mi iscrissi al primo corso di meditazione.
Da lì allo yoga il passo fu breve.
Quanto è
importante la scrittura creativa nel percorso individuale nella ricerca di
se stessi?
La
scrittura è per me uno strumento di crescita indispensabile. Prima di tutto mi
costringe a fermarmi e a rallentare il flusso frenetico della vita. Prima di
scrivere passo sempre del tempo a non far nulla, o come diceva John Lennon in
una sua canzone, “a guardare le ruote girare e girare”. Non posso sedermi e
produrre scrittura, non è qualcosa che posso fare a comando; prima ci vuole un
tempo vuoto, in cui sento che le mie esperienze decantano e vengono
segretamente distillate fino ad acquisire senso e lucentezza. A quel punto la mente
si fa incredibilmente chiara, lucida e sensibile e io capisco che dal tempo
della vita sto scivolando nel tempo narrativo della consapevolezza e della
scrittura. Ciò che per me è davvero indispensabile non è la scrittura, ma il
tempo che mi costringe a passare guardando le ruote girare, nonché lo stato di
consapevolezza mentale a cui mi conduce. Come ha scritto Saint-Exupery: “Scrivere
è una conseguenza”.
Hai fondato
la scuola UPᾹYA: cosa ci puoi raccontare.
Upya è
una parola sanscrita che può essere tradotta con “mezzi abili”, mezzi
salvifici” o semplicemente “tecniche”. Il riferimento è alla capacità che un
insegnante dovrebbe avere nell’individuare la tecnica più adatta a produrre un
risveglio di consapevolezza in chi gli sta di fronte. Per persone e caratteri
diverse servono tecniche diverse, e sono necessari intuito, empatia e
creatività. La scuola di crescita creativa Upaya nasce nel 2009 e coniuga
tecniche di scrittura creativa e storytelling con pratiche di visualizzazione,
meditazione e ascolto corporeo attinte dallo yoga. La felice sintesi che ne
deriva è un approccio psicoenergetico volto alla celebrazione della vita
attraverso l’espressione gioiosa di sé.
Sei anche un
maestro di yoga..
Al posto
di dogmi e credenze in cui credere ciecamente, lo yoga mi ha fornito un insieme
di tecniche concrete in grado di trasformare e purificare la mia percezione
della realtà; una percezione che, inizialmente distorta dall’ignoranza e dai
fenomeni proiettivi, va poco a poco mettendosi a fuoco sul reale. È un po’ come
guardare l’acqua agitata di un lago farsi poco alla volta calma e trasparente
finché non puoi riconoscere con chiarezza ogni singolo sassolino che si trova
sul fondo senza scambiarlo per qualcosa di diverso.
Ci vuoi
svelare un tuo sogno?
A lungo
il mio più grande sogno è stato di quello di vivere insieme a un altro essere
umano l’amore nella sua essenza più profonda e spirituale. Facendomi incontrare
la donna che oggi è mia moglie la vita è stata così generosa da esaudire questo
mio desiderio. Da allora sogno meno e vivo di più.
E ora se
qualcuno fosse interessato al tuo libro, dove si può trovare?
Il libro,
pubblicato dalla casa editrice Lubrina di Bergamo, si può ordinare via Internet
su Libreriauniversitaria.it o su Ibs Libri. Si può anche ordinare in qualsiasi
libreria. A Torino si trova nelle seguenti librerie:
Arethusa
– Via Giolitti 18
Libreria
La Fenice – via Porta Palatina 2
La Città
del Sole – via Cibrario 46
Il punto
vendita di Mondadori in via Digione 23.
Il libro
sarà anche presentato in queste occasioni:
Mercoledì
22 giugno, ore 18.30 – Circolo dei Lettori, via Bogino 9
Martedì
28 giugno, ore 18.30 – Libreria Arethusa, via Giolitti 18
E per quanto
riguarda la tua scuola o i tuoi corsi?
Per avere
informazioni sui corsi di scrittura, storytelling, yoga e meditazione, è
sufficiente visitare il sito della scuola www.upaya.it.
Per richieste più specifiche si può scrivere all’indirizzo info@upaya.it o telefonare al numero
335-8121360.
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